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LUISA SPAGNOLI: QUANDO LA STORIA NON ANNOIA MA, ANZI, APPASSIONA COME UN ROMANZO MODERNO

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Luisa Spagnoli - Massimo Dapporto

Ottimo riscontro di pubblico per la prima puntata della miniserie Luisa Spagnoli, che ieri sera su Rai 1 ha conquistato il 26.7% di share con oltre sette milioni di telespettatori incollati al piccolo schermo. Un successo meritato, vista l’attenta ricostruzione storica e l’interpretazione calzante degli attori. Ma, più di tutto, va premiata l’idea.

Luisa Spagnoli: una miniserie storica che sembra narrare il mondo di oggi

Rai Fiction fa bingo con una miniserie che racconta un’Italia passata ma moderna, attualissima, che affrontava problemi ancora oggi imperanti e, dunque, sentiti dal pubblico. La capacità di scovare nella storia tricolore contemporanea personalità come quella della Spagnoli (qui la sua vera storia), il cui marchio fa parte dell’universo modaiolo femminile ma alle cui spalle ci sono vicende sconosciute ai più, permette di raccontare il passato senza annoiare, offrendo al telespettatore un racconto familiare che sembra appartenergli.

Luisa Spagnoli: l’universo femminile protagonista

C’è tanto da apprezzare in questo prodotto, che coniuga affari e sentimenti in modo molto equilibrato. Ma più di ogni cosa c’è la donna con i suoi problemi mai del tutto superati: il bisogno di farsi strada tra gli uomini, la necessità di coniugare carriera e maternità, lo spirito di sacrificio, la paura di ribellarsi alla violenza e il coraggio per riuscirci che viene dal dialogo, dalla condivisione. Benché la protagonista sia una ed una soltanto, le vicende di Luisa Spagnoli coinvolgono infatti tante donne, le impiegate della sua fabbrica, che insieme costruiscono un nucleo forte e vincente.

Luisa Spagnoli: ottimo il cast

Intensa l’interpretazione di Luisa Ranieri, una popolana elegante come poche, che nasconde le proprie paure dietro una sfrontatezza bugiarda ma necessaria; sorprendente Vinicio Marchioni, che del Freddo di Romanzo Criminale fa perdere le tracce, con il suo caldo e fiducioso Annibale; odioso, quindi riuscitissimo, Gian Marco Tognazzi nel ruolo del Conte; perfettamente a suo agio nei panni del nemico di turno Franco Castellano, il cattivo numero uno della serialità italiana.

Sempre emozionante ritrovare poi sul piccolo schermo Massimo Dapporto, che dai lontani tempi di Amico Mio ad oggi non ha perso la sua capacità di riempire la scena ed impreziosirla.

Un lavoro davvero buono, lodevole, di cui questa sera andrà in onda l’epilogo (qui le anticipazioni).


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